giovedì 24 settembre 2015

Celta e Sevilla: le sorprese (nel bene e nel male) di questo inizio di Liga

                                                                                                    di Daniele Fraioli

Manuel Agudo Durán, detto Nolito, numero 10 del Celta Vigo
Se in Italia abbiamo la Juventus e la Roma che stentano in questo avvio di stagione e ad inseguire l'Inter ci sono le "piccole" Chievo e Sassuolo, anche in Spagna stanno vivendo un inizio di stagione simile al nostro. Il Sevilla, campione per due volte di fila dell'Europa League e capace di dar filo da torcere al Barcelona nella Supercoppa Europea, dopo cinque giornate è ultimo con 2 punti insieme alle altre andaluse Malaga e Granada (che però ne ha 3 di punti). Unai Emery, dopo le partenze di Vidal e Bacca e gli arrivi di Immobile e Llorente, ancora non è riuscito ad integrarli nei suoi sistemi di gioco. L'unico squillo del Sevilla in questo avvio c'è stato nella partita inaugurale del Gruppo D di Champions (lo stesso della Juve) contro i tedeschi del Borussia Moenchengladbach, anche se grazie a due rigori e al pessimo inizio di stagione dei tedeschi, anche peggio di quello dei spagnoli terminato con le dimissioni dell'ormai ex tecnico Favre. Non se la passa bene neanche il Valencia, fermo a 6 punti con una sola vittoria in campionato. Chi invece sta
sorprendendo, ma in positivo, è il Celta Vigo. Primo in classifica ancora imbattuto, con lo stesso ritmo del Real Madrid delle stelle Ronaldo & Co con quattro vittorie ed un pareggio. Nolito, ex canterano, è la stella che sta trascinando il Celta Vigo in alto ed è stato proprio lui ieri sera ad aprire le danze contro il Barcelona con uno splendido gol nel clamoroso 4-1. Il risultato di ieri sera però è il giusto premio per la società galiziana, per la sua politica degli ultimi anni, quando trovatasi in difficoltà economica ha saputo investire sui giovani migliorando la rosa anno dopo anno sin dal loro ritorno dalla Segunda División. Già l'anno scorso fecero uno sgambetto al Barcelona del triplete andando a vincere al Camp Nou con la rete del "Bati" Larrivey, ma una notte così all'Estadio Balaídos la attendevano dal 2004, quando i galiziani vinsero per 1-0 sul Barcelona ancora di Luis Enrique, nella sua ultima stagione da giocatore.

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