giovedì 17 marzo 2016

The day after...Bayern-Juve: ecco cosa lascia

                                                                                          Di Daniele Fraioli

Si dice che la notte porta consiglio, ma il risveglio dopo la bruciante eliminazione dagli ottavi fa ancora male. La Juve lascia la Germania con l'amaro in bocca, ma con la consapevolezza che ora al tavolo delle grandi squadre si è aggiunto un posto. Per settanta minuti ha tenuto a bada il Bayern Monaco, una delle squadre più forti e ricche del globo facendo saltare in aria tutti i piani di Guardiola, d'altro canto rimangono quei venti minuti finali che vanno a rovinare quella che sarebbe stata un'impresa, sportivamente parlando. 

Tatticamente Allegri è stato superiore in tutto e per tutto a Guardiola. I cambi hanno fatto la differenza, ma il tecnico bianconero non aveva moltissima scelta dato anche gli infortuni delle ultime ore. Se all'andata era un "fenomeno" per aver sostituito Khedira con Sturaro, ora non può essere di colpo un "incapace" per la stessa mossa. Guardiola al 93', al termine dei tempi regolamentari aveva il classico volto di chi sapeva di aver evitato un linciaggio e questo la dice lunga sulla grandezza della prova della Juventus. Dopo la finale di Champions dell'anno scorso, uscire praticamente con un doppio pareggio contro il Bayern Monaco agli ottavi di finale, in una sfida che aveva ben poco di un ottavo, ma molto più di una semifinale, è solo un passo indietro per quanto
riguarda le statistiche nel cammino in Coppa, ma non per il processo di crescita della squadra. Se alla vigilia della partita contro i tedeschi tutti quanti pensavano che un'eventuale vittoria bianconera fosse un'impresa, dopo ieri sera una qualsiasi vittoria in trasferta, su qualsiasi campo europeo non sarà più vista come tale, ma come una vittoria di una squadra forte che è allo stesso livello delle altre big europee. Nessuno si scandalizza se il Real Madrid va a vincere al Camp Nou o se gli stessi catalani espugnano l'Allianz Arena, perché sono squadre formidabili, con giocatori eccezionali che possono fare la differenza da un momento all'altro e la Juve, anche quest'anno, ha dimostrato che ormai il suo livello è quello. Cosa è mancato? Quel pizzico di fortuna che determina, in positivo o in negativo, (dipende da che parte uno si trova) l'esito della gara che non è per forza una grande giocata illuminante, ma anche una semplice spazzata in tribuna, come è successo ieri sera ad Evra. 

L'obiettivo adesso per la Juventus è trasformare la delusione in energia positiva da riversare interamente sul campionato dove, non dimentichiamoci, è prima in classifica ed ha già acquistato il pass per la finale di Coppa Italia contro il Milan. Domenica nel derby non c'è da difendere solo il primato e la supremazia cittadina, ma anche proteggere l'imbattibilità di Buffon per almeno quattro minuti, per non avere un'altra delusione sempre ad un passo dal più bello.

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