mercoledì 25 novembre 2015

L'editoriale: Roma, ennesima disfatta europea. I tifosi meritano di più!

Di Valerio Colaiocco

Ci risiamo, sempre la solita storia, la Roma perde (e fino a qui nulla di strano visto che davanti a lei c'era il Barcellona, mica una squadra qualunque), ma inesorabilmente, ancora una volta, crolla, stacca la spina e prende l'ennesima e frustrante "imbarcata" (per dirla alla romana). Che poi l'aggettivo frustrante non sembra neanche troppo adeguato, a sentire gli addetti ai lavori pare che ieri sera non sia successo nulla di grave, come se perdere 6 a 1, anche se con quelli che - ad oggi - sono i migliori del mondo, fosse ordinaria amministrazione. Garcia e Sabatini non drammatizzano, Florenzi e Maicon sembrano increduli: "nessun allarmismo, testa all'Atalanta" sono le parole che risuonano come un eco in una campana. Ma invece ieri sera qualcosa di grave è successo, qualcosa di inaccettabile, qualcosa che ritorna ancora a distanza di poco più di dodici mesi: la Roma crolla in Europa, ancora, inesorabilmente. E poco importa se i gol incassati sono stati 6 invece che 7, ancora meno importa il fatto che davanti si aveva uno dei tridenti più forti della storia del calcio, che soltanto tre giorni prima aveva fatto piangere il Real Madrid al Bernabeu, o che, obiettivamente, non esiste paragone tra le due compagini. Ciò che rimane e rimarrà sempre è l'atteggiamento dei giocatori giallorossi, che ancora una volta, senza neanche battere ciglio, si prestano ad un'umiliazione che ormai dalle parti di Trigoria sta diventando un'abitudine. La Roma cade e non riesce a rialzarsi, come un pugile alle corde incassa colpi senza reagire, i giocatori in campo sembrano ballerine di danza classica, senza convinzione, senza determinazione, nessun accenno di pressing, nessun contrasto cercato, né, tanto meno, un'azione costruita da squadra (o forse si, il miracolo di ter Stegen su Iago Falque ad inizio ripresa è forse l'unica eccezione, al di là del gol di Dzeko al 91').

AS Roma players look disappointed during the UEFA Champions League Group E match between FC Barcelona and AS Roma at Camp Nou on November 24, 2015 in Barcelona, Spain.

Ed è ovvio che alla squadra il tifoso romanista ieri non chiedeva di vincere, probabilmente non chiedeva neanche di pareggiare (visto anche il risultato del Bayer Leverkusen in Bielorussia del pomeriggio), ma chiedeva impegno, sacrificio, sudore, dedizione alla causa, concetti estranei ai giocatori della Roma, o almeno così sembra essere in Europa. Il tifoso romanista in cuor suo sapeva di perdere, ma voleva perdere in maniera giusta, rispettabile, voleva perdere con dignità. Dignità che è mancata ai rappresentanti in campo, unici - insieme ad allenatore e dirigenza - a perdere ieri al Nou Camp. Sì perché ieri sera, nella fredda Barcellona, c'è chi, per l'ennesima volta, ha dimostrato a tutti che c'è una parte di Roma che non perde mai (parafrasando uno storico striscione), che seppur la squadra giallorossa sia caduta ancora in modo indegno e vergognoso, ha fatto capire a tutti quale è il vero motore della squadra, quale è il vero motivo per cui l'AS Roma è conosciuta in Europa e nel mondo. La Curva Sud ieri è uscita vincitrice ancora una volta, 4000 voci hanno sostenuto la squadra dal primo all'ultimo minuto, pure sul 6-0, quando incredibilmente l'unico coro che si udiva anche dalla televisione era il mai domo "Forza Roma alè". 4000 persone che, insieme a tutti coloro rimasti nella capitale, al 18' minuto, appena dopo il 2-0 di Messi, hanno pensato: "ecco, ci risiamo, sempre la solita storia..."

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