venerdì 17 luglio 2015

La rubrica: il personaggio amarcord

Alcides Ghiggia

Mentre ieri il mondo calcistico ricordava il 65° anniversario del Maracanazo, se ne andava l'eroe uruguaiano di quel giorno, Alcides Ghiggia, l'uomo che con il suo goal fece piangere un'intera nazione e scatenò una serie suicidi legati alla sconfitta dei vedeoro. Era il 16 Luglio 1950, nello Stadio Maracana di Rio de Janeiro, 199 mila brasiliani aspettavano la fine della partita per poter festeggiare la vittoria del mondiale e per farlo, grazie al regolamento all'italiana, al Brasile bastava anche solamente un pareggio, e che fine al 78' stava maturando. La partita incredibilmente però finì 2-1 per l'Uruguay: dopo il vantaggio iniziale brasiliano con Friaca, ci fu prima il pareggio di Schiaffino e poi il goal vittoria di Ghiggia che beffò Barbosa sul suo palo.
Diventato eroe nazionale, rimase a giocare in patria al Penarol fino al 1953 quando a causa di una squalifica di 15 mesi per aver colpito un arbitro fu acquistato dalla Roma. Nella capitale rimase per otto stagioni collezionando oltre 200 presenze e dove divenne capitano nella stagione 1957-1958. A Roma fu conquistato dalla Dolce Vita: auto, donne, amicizie importanti nel mondo dello spettacolo, da Gassman alla Lollobrigida.
Nel 1961 venne acquistato dal Milan, dove vinse lo scudetto, ma collezionando appena quattro presenze. Giocò anche come oriundo nella nazionale italiana, dove rincontrò anche Schiaffino, l'altro marcatore del Maracana. Continuò a giocare in patria fino a 42 anni, ma una volta smesso non si dedicò più calcio: prima lavorò come impiegato pubblico in un casinò e poi divenne direttore di un supermercato. Negli ultimi anni concedeva interviste solo a pagamento ma rinfacciava ai media di ricordarsi di lui solamente il 16 Luglio Maracanazo e in una di queste disse una frase storica: "Solo tre persone hanno zittito il Maracana: Frank Sinatra, Papa Giovanni Paolo II e Io". 
Come un brutto scherzo della vita, il cerchio si chiude nello stesso giorno nel quale è divenuto immortale: il 16 Luglio, 65 anni dopo, giusto per farsi ricordare da tutti, una volta di più se ce ne fosse bisogno. Adios Alcides!

In collaborazione con Daniele Fraioli

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